Il decreto legge 80/2021, entrato in vigore lo scorso giugno 2021 (il cui l’ultimo aggiornamento all’atto risale al 1 marzo 2022), è stato emanato in occasione del caso straordinario di necessità e di urgenza dettato dal bisogno di rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni (PA). Il cui fine è la concretizzazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonché per la solerzia e l’efficienza della giustizia su scala nazionale.
Il testo è ripartito in due: la prima parte è quella che regola i concorsi e quelle che sono le modalità di arruolamento del personale delle pubbliche amministrazioni (PA). La seconda parte è invece dedicata alla regolamentazione delle assunzioni, in particolare delle assunzioni a tempo determinato, che sono poi quelle finalizzate agli obiettivi prefissati dal Recovery Plan (il piano di recupero riguardante il triennio che va dal 2021 al 2023).
Ma quali sono le novità previste dal decreto-legge? Il decreto prevede e introduce un’unica prova scritta digitale per i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato e quindi la valutazione dei titoli per le figure tecnicamente specializzate tramite suddetta prova scritta. Le assunzioni previste dal decreto saranno a tempo determinato per un periodo di 36 mesi, dunque tre anni, e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2026. Il decreto prevede inoltre percorsi di mobilità verticali, al fine di incrementare quelle che sono le conoscenze e le abilità tecniche di tipo manageriale e direttivo/gestionale dei dipendenti scelti e chiamati a prestare l’attività nelle pubbliche amministrazioni.
Come vengono svolte e regolamentate le selezioni dei concorsi pubblici
L’articolo 3-bis del decreto legge 80/2021 si occupa di regolamentare le selezioni uniche di elenchi di candidati idonei ad essere assunti nei ruoli dell’amministrazione degli enti locali. Il primo comma dell’articolo 3-bis stabilisce infatti che “Gli enti locali possono organizzare e gestire in forma aggregata, anche in assenza di un fabbisogno di personale, selezioni uniche per la formazione di elenchi di idonei all’assunzione nei ruoli dell’amministrazione, sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato, per vari profili professionali e categorie, compresa la dirigenza.”
Ciò significa che le assunzioni, sia quelle a tempo determinato che quelle a tempo indeterminato riguardanti le più varie e disparate professioni (ivi compresa la dirigenza), possono essere organizzate e gestite dagli enti in forma aggregata, anche nei casi in cui si denota la mancanza di un fabbisogno dell’organico.
Lo scopo è dunque quello di consentire lo svolgimento preventivo dei concorsi, offrendo agli enti uno strumento per assumere il personale in tempi rapidi, non appena sorge l’esigenza; oltre alla possibilità di sfruttare sinergie tra enti che consentono di abbattere sia i costi delle selezioni sia i tempi tecnici necessari per il bando, lo svolgimento e la definizione del concorso. Si tratta dunque di selezioni uniche per la formazione di elenchi di idonei all’assunzione nei ruoli dell’amministrazione – a tempo indeterminato o a tempo determinato – per vari profili professionali e categorie (inclusi i ruoli dirigenziali).
È in questo contesto che i nostri servizi per la gestione dei concorsi pubblici possono svolgere un ruolo determinante: mettiamo a disposizione degli enti una piattaforma unica dalla ricezione delle candidature allo svolgimento delle prove orali, per la gestione di concorsi in presenza o da remoto, garantendo un supporto completo che include l’organizzazione preliminare del concorso, la gestione dello stesso con l’ausilio di uno staff altamente qualificato, l’elaborazione dei risultati e la redazione delle graduatore finali. Il servizio offerto è sicuro, trasparente ed in grado di garantire un notevole risparmio di tempo e di costi rispetto alle procedure tradizionali.
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La mobilità volontaria
Le pubbliche amministrazioni non sono tenute ad esperire le procedure di mobilità volontaria prima delle procedure concorsuali e le relative assunzioni, in maniera tale da ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego. Tale disciplina sarà valida fino fino al 31 dicembre 2024. Di conseguenza, le procedure concorsuali bandite dalle pubbliche amministrazioni e le relative assunzioni potranno essere effettuate senza prima svolgere le procedure di mobilità volontaria precedentemente previste dall’art. 30 del decreto 4 legislativo n. 165, datato 2001: “gli elenchi di cui al comma 1 possono essere utilizzati per la copertura, con assunzioni a tempo indeterminato o a tempo determinato, dei posti che si rendono vacanti in organico a causa del passaggio diretto di propri dipendenti presso altre amministrazioni”. Stando a quanto decretato dall’articolo 3, co. 7-quinquies, inoltre, il personale che si trasferisce volontariamente è tenuto a presentare la procedura concernente la propria mobilità volontaria in maniera telematica.
Il DSA obbligatorio nei bandi
Il parlamento ha ratificato una norma la quale introduce delle tutele per i candidati con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento: disgrafia, dislessia, distortografia, discalculia, disturbo specifico della compitazione, et cetera). Questo è un importantissimo passo avanti nell’integrazione e nell’inclusione del personale DSA nelle PA. I diritti di queste persone possono finalmente vedersi rispettati grazie alle novità apportate dalla ratifica del decreto-legge 80/2021.
Infatti, nella ratificazione del decreto legge è stata introdotta una norma la quale prevede per tutti i candidati con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) la possibilità di svolgere la loro prova in modalità orale, in modo tale da compensare i disturbi legati alla pratica scritta (dislessia, discalculia e via discorrendo). La norma prevede inoltre la possibilità per questi ultimi di avere più tempo a disposizione per completare la propria prova, insieme all’utilizzo di tutti quelli che sono gli strumenti necessari finalizzati allo svolgimento della prestazione lavorativa. Viene inoltre assicurato l’uso degli strumenti e tempo aggiuntivo anche nella carriera universitaria, quindi nei test d’ingresso alle università, nell’esame (teorico) per il conseguimento della patente.
I titoli conseguiti all’estero
Altro passaggio da sottolineare è quello relativo ai titoli conseguiti all’estero. In questo specifico aspetto, il Ministero dell’istruzione (MI), di concerto con il Ministero dell’università e della ricerca (MUR), è chiamato ad attuare un processo di semplificazione dell’iter per ottenere il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero, definendo un elenco di atenei internazionali. (art. 3 comma 10bis).